Impressionismi in Europa Non solo in Francia
Autore/i | Renato Barilli | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2001 | Pagine | 272 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 140 ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano/Inglese - Italian/English text | Peso | 1800 (gr) |
ISBN | 8884910358 | EAN-13 | 9788884910356 |
Prezzo | 41.32 € | Sconto | 50% |
Prezzo scontato | 20.66 € |
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Brescia, Palazzo Martinengo, 7 luglio - 25 novembre 2001.
Gli studi recenti sugli ultimi decenni dell’Ottocento hanno alquanto ridotto quel senso di incontrastata supremazia che una precedente tradizione usava attribuire all’Impressionismo francese e hanno messo in luce una ricca serie di soluzioni pittoriche originali nate nei diversi paesi europei come frutto della sintesi tra i suggerimenti del tradizionale filone impressionista francese e le solide radici locali.
Il catalogo che accompagna la mostra bresciana intende tracciare un quadro sintetico di questi Impressionismi europei originali e in buona misura indipendenti, concentrando la propria attenzione sulle personalità più rilevanti e sulle aree nazionali più importanti. Dei numerosi artisti presenti, alcuni sfidano l’impressionismo francese sul terreno di una pittura ancora più intensa e sensuosa (gli spagnoli Fortuny e Beruete, il tedesco Von Menzel); in altri casi si nota invece la sopravvivenza dei motivi umanitari e aneddotici derivati da Millet (l’inglese George Clausen, i tedeschi Liebermann e Von Udhe). La monumentalità contadina di Courbet trova conferme in Liebl e Repin, mentre l’inglese Lavery gioca piuttosto sulla frivolezza mondana del reportage sociale. Artisti come lo spagnolo Sorolla, il danese-norvegese Krøyer, lo svedese Zorn, il russo Serov e il tedesco Corinth nell’affrontare robusti affreschi sociali, cercano di sfidare “l’alta fedeltà” che il nuovo secolo affiderà sempre più alla fotografia o al cinema, accettando anche il contendere con il sopraggiungente Espressionismo, mentre gli inglesi Sickert e Steer risultano particolarmente attratti dall’ultimo Degas.
I temi delle opere spaziano dai ritratti agli autoritratti, dalle scene di interni domestici, atelier di artisti, fabbriche e botteghe artigiane ad ambienti esterni naturali (campi, giardini, prati, fattorie) o urbani (piazze e vie cittadine, cantieri).
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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