Exultabunt in Deo Ossa Humiliata. Reliquiari antropomorfi lignei tra il XVII e il XIX secolo in Diocesi di Imola Libreria della Spada - Libri esauriti antichi e moderni. Libri rar

Exultabunt in Deo Ossa Humiliata. Reliquiari antropomorfi lignei tra il XVII e il XIX secolo in Diocesi di Imola

Exultabunt in Deo Ossa Humiliata. Reliquiari antropomorfi lignei tra il XVII e il XIX secolo in Diocesi di Imola
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Diocesi di Imola Imola
2009 48
16X24 (cm) 26 tavv. b/n e colori n.t.
bross. ill.
  300 (gr)
N/D N/D
 

momentaneamente non disponibile

Imola, Chiesa di Santa Maria in Valverde, 5-13 dicembre 2009.

Reliquiari e reliquie sono un binomio inscindibile. Entrambi hanno una grande valenza simbolica ed accompagnano la spiritualità umana da tempo immemorabile attraversando culti e culture religiose differenti, al tempo stesso riconducono al concetto di conservazione della memoria. Il termine reliquia discende direttamente dalla lingua latina, ove reliquiae significa semplicemente resti. Nell'uso corrente viene considerata reliquia ogni cosa che abbia avuto uno stretto rapporto con una figura oggetto di culto e venerazione, alle reliquie è attribuito un valore devozionale, salvifico e sovente potentemente taumaturgico.

Molti ritengono che visitare il luogo ove la reliquia è custodita e, quando è consentito, toccarla o baciarla rappresenti un'efficace intercessione verso la figura santa cui è connessa. Il culto delle reliquie dei santi e dei beati, e soprattutto della Madonna e del Cristo, è diffuso in particolare nella Chiesa cattolica e in quella ortodossa. Si tratta di una consuetudine antichissima che risale alle origini del Cristianesimo e, inizialmente, è in stretto rapporto con il culto dei primi martiri cristiani.
La santità di queste figure si riteneva non soltanto ascritta al loro spirito ma pure alla corporeità e a quanto ne rimaneva nel tempo. Il Medioevo rappresenta certamente uno dei periodi di maggiore diffusione del culto delle reliquie, risale infatti a quest'epoca la fondazione di importanti santuari, ove conservarle e renderle per così dire "fruibili" dai fedeli, rendendo questi luoghi importanti mete di pellegrinaggio. Un aspetto di non secondaria importanza è costituito dai contenitori realizzati nel tempo sia per custodire degnamente che per rendere possibile l'ostensione delle numerose e multiformi reliquie. Tra i corredi liturgici i reliquiari sono quelli che presentano il maggior numero di variazioni tipologiche e stilistiche, lo stesso si dica dei materiali impiegati nella loro realizzazione dall'Alto Medioevo all'attualità, si va dalla preziosità dell'oro, dell'argento (arricchiti con smalti e gemme) e dell'avorio, al legno, spesso rivestito da lamina metallica più o meno pregiata, al vetro e alla cartapesta.
Un altro aspetto non irrilevante è rappresentato dalle dimensioni, queste vanno dalle più contenute quando questi oggetti sono destinati ad essere trasportati o indossati, via via fino alle teche destinate a conservare le intere spoglie di un santo. Fin dall'XI secolo è andata diffondendosi la consuetudine di realizzare i cosiddetti 'reliquiari parlanti', ossia che dichiarano attraverso la forma esteriore la natura del contenuto, possono dunque avere forme semplici, quale quella della croce, oppure riproporre, nel caso dei reliquiari antropomorfi, varie parti del corpo umano, quali mani, braccia, gamba o piede e, quando la raffigurazione è quella della testa o del busto del santo, l'aspetto e la storia di questi contenitori sfuma in quella del ritratto scultoreo.
A partire dal XVI secolo il reliquiario ha conosciuto un notevole incremento produttivo dovuto anche alla scoperta delle catacombe romane con relativi resti ritenuti appartenenti a martiri cristiani. Di conseguenza con il moltiplicarsi delle reliquie numerosissime chiese si sono dotate di uno straordinario numero di reliquiari, realizzati nelle forme e in materiali estremamente diversificati talvolta mutuati dalle tipologie più antiche. In età barocca sono molto frequenti quelli monumentali, in legno intagliato e dorato, mentre nel Settecento si preferiscono i reliquiari con figurazioni a tutto tondo, spesso in argento, ove i sacri resti sono collocati nel basamento, nell'Ottocento si tende ad imitare la forma degli ostensori, recependo nei motivi decorativi gli stilemi propri del Neoclassico e del Romanticismo.
Che sia un'umile capsella metallica o uno sfarzoso oggetto d'alta oreficeria l'urna-reliquiario, contiene significati complessi e molteplici che riconducono alla sua contempoaranea natura di oggetto di culto, d'arte e di storia. La mostra, propone 33 manufatti lignei (perloppiù dorati) di grande interesse storico-artistico, provenienti dal Museo Diocesano di Imola, dal Museo Parrocchiale di Dozza imolese e da una decina di chiese della Diocesi, di dimensioni variabili (da 32 a 130 cm di altezza, fino a oltre 200 cm di lunghezza), opera di botteghe attive in romagna, databili tra il XVII e il XIX secolo, vuole sollecitarne un recupero intellettuale prima ancora che materiale.

 
 

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