L'arte confiscataAcquisizione postunitaria del patrimonio storico-artistico degli enti religiosi soppressi nella provincia di Pesaro e Urbino
Autore/i | A cura di B. Cleri, C. Giardini. | ||
Editore | Il Lavoro Editoriale | Luogo | Ancona |
Anno | 2011 | Pagine | 478 |
Dimensioni | 24X34 (cm) | Illustrazioni | Num. ill. col. e b/n n.t. |
Legatura | bross. ill colori | Conservazione | |
Lingua | Peso | 2900 (gr) | |
ISBN | 8876634789 | EAN-13 | 9788876634604 |
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Vincitore del Premio Frontino-Montefeltro 2011. Menzione d'onore Premio Salimbeni per la Storia e la Critica d'Arte 2011.
Dopo l’unità il Commissario Generale Governativo per le Marche, Lorenzo Valerio, emanò un decreto che confiscava, a nome nel nuovo Stato italiano, i beni, gli edifici e le opere d’arte delle congregazioni religiose e conventuali, che andarono a creare gran parte delle collezioni museali dei Comuni delle Marche.
Due autorevoli studiosi, Giovanni Morelli e Giovan Battista Cavalcaselle, furono incaricati di stilare un elenco delle opere ritenute più significative per creare un Museo di Belle Arti che avrebbe dovuto avere sede a Urbino, divenute invece di proprietà dei singoli Comuni. Negli anni 1866 e 1867 tali confische furono ribadite ed ampliate anche per tutto il territorio nazionale attraverso l’emanazione di apposite leggi cosidette eversive dell’asse ecclesiastico.
Attraverso diversi saggi di specialisti, L’Arte confiscata documenta nel dettaglio i fatti accaduti nella provincia di Pesaro e Urbino e nelle Marche negli anni 1861-1888, illustrando il dibattito culturale e gli avvenimenti storici connessi.
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