Baccio Bandinelli Scultore e maestro (1493-1560)
Autore/i | a cura di Detlef Heikamp, Beatrice Paolozzi Strozzi | ||
Editore | Giunti | Luogo | Firenze |
Anno | 2014 | Pagine | 624 |
Dimensioni | 21x29 (cm) | Illustrazioni | ill. e tavv. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. ill. colori - harcover | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 3000 (gr) |
ISBN | 8809788257 | EAN-13 | 9788809788251 |
momentaneamente non disponibile
Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 9 aprile-13 luglio 2014.
La mostra intende restituire finalmente a Baccio Bandinelli (Firenze, 1493-1560) la sua posizione di rilievo nel panorama della scultura italiana del Cinquecento, dopo l'ostracismo della critica negli ultimi due secoli. La sua biografia è tra le più estese fra le Vite del Vasari, che definì Baccio ''universale artefice'', detestando il suo carattere, ma riconoscendo il suo genio. Dalla sua morte (1560) e fino a tutto il neoclassicismo, l'ammirazione per l'artista fu pressoché unanime: Bandinelli era considerato con Michelangelo il massimo scultore della sua epoca ed è innegabile che, dopo il Buonarroti, egli sia la figura di maggior rilievo nel campo della scultura del Cinquecento assieme a Jacopo Sansovino e a Benvenuto Cellini, suo acerrimo nemico. Fu anche il fondatore, a Roma, della prima Accademia per giovani artisti e ci ha lasciato uno dei più estesi carteggi di artisti del Cinquecento. I suoi committenti principali furono dapprima i due papi di casa Medici - Leone X e Clemente VII - e poi il duca Cosimo I, di cui divenne lo scultore ufficiale. Grande ''disegnatore'', fin dalla giovinezza Bandinelli primeggiò su tutti i concorrenti (spesso di gran nome) e si assicurò - a Firenze e a Roma, ma non solo - le imprese artistiche più impegnative e prestigiose: dall'Orfeo di palazzo Medici, al Laocoonte degli Uffizi, all'Ercole e Caco di piazza della Signoria, al Monumento a Giovanni dalle Bande in piazza San Lorenzo, fino ai grandi complessi scultorei dell'Udienza in Palazzo Vecchio, del Coro di Santa Maria del Fiore o delle Tombe di Leone X e di Clemente VII in Santa Maria sopra Minerva, a Roma. La mostra presenta molte sue opere di scultura e di pittura, i disegni e le stampe di sua invenzione, bronzetti, medaglie, modelli in piombo e in cera, i rilievi (in marmo, stucco, bronzo) che gli sono riferiti con certezza o che derivano da suoi originali, a confronto con studi grafici preparatori. Accanto ai capolavori - come il Bacco di palazzo Pitti, le opere del Bargello, o i rilievi marmorei del coro del duomo - sono esposti i busti-ritratto di Cosimo I e il magnifico Mercurio giovanile del Louvre; in pittura, la Leda e il cigno, unico dipinto del Bandinelli sicuramente autografo e mai presentato in una mostra; e il celebre Autoritratto dell’artista dell'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. I grandi monumenti pubblici, sacri e profani (necessariamente assenti dalla mostra, ma documentati in video) e l'intero corpus dell'opera bandinelliana sono ampiamente illustrati e commentati in catalogo, al pari delle opere esposte. Una nuova ampia campagna fotografica, realizzata per l'occasione, consente di apprezzare le opere del Bandinelli anche nei raffinatissimi dettagli. (T-CA)
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