Gioiello italiano contemporaneo Tecniche e materiali tra arte e design
Autore/i | a cura di Alba Cappellieri | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2007 | Pagine | 160 |
Dimensioni | 24X29 (cm) | Illustrazioni | 216 ill. colori n.t. |
Legatura | bross. ill. colori | Conservazione | |
Lingua | Peso | 1200 (gr) | |
ISBN | 8861305474 | EAN-13 | 9788861305472 |
momentaneamente non disponibile
Vicenza, Palazzo Valmarana, 13 gennaio - 2 marzo 2008.
Milano, Castello Sforzesco, Sala del Tesoro, 27 marzo - 18 aprile 2008.
Con La Condition postmoderne: Rapport sur le savoir, che Jean-François Lyotard pubblica nel 1979, ha inizio la contemporaneità intesa come “fine dei grandi racconti”.
A partire da questa data anche nel gioiello appare evidente la messa in discussione dell’unitarietà tipologica a favore di un’irriducibile molteplicità, di senso come di forme. Se nella modernità il termine gioiello indicava un oggetto realizzato con metalli e gemme preziosi, e tale preziosità materica rappresentava una linea di demarcazione inviolabile e indiscutibile, oggi questa lettura appare inapplicabile: lo status di “gioiello” ha perso la sua aura e i confini con l’accessorio appaiono sfumati. Che piaccia o no, la contemporaneità orafa è fondata sulla compresenza di valori e contesti, ove la nobiltà della materia non è più condizione necessaria e sufficiente a sancire il valore di un oggetto e a rendere evidente la differenza tra un gioiello e un non gioiello. Nella società postmaterialista il materiale è stato affiancato nella scala valoriale dal progetto. E se quest’ultimo evidentemente non basta a rendere “prezioso” un oggetto in termini di valore di scambio, di fatto trasferisce a esso una pluralità di significati. Certo, tra le varie merceologie, il gioiello è oggi la meno evoluta in termini di design. Nella gioielleria contemporanea, infatti, la nozione di “design” assume un carattere unicamente stilistico, rappresentando un’estetica minimale da contrapporsi alle forme della tradizione.
Maestri del gioiello e del design, ma anche giovani progettisti, aziende internazionali e microimprese sono qui presentati in un’eterogeneità voluta, funzionale a evidenziare l’eccellenza del gioiello italiano nel suo utilizzo di tecniche e materiali peculiari al made in Italy: dal corallo alla filigrana, dal micromosaico alla pietra lavica. La sfida è stata quella di dimostrare come gli antichi saperi possano ancora esprimersi attraverso un’estetica contemporanea. Ne deriva una geografia orafa italiana per frammenti, un viaggio imperdibile tra tecniche e materiali, tra arte e design, tra passato e futuro.
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