Giovanni Bellini
Autore/i | a cura di Giovanni Carlo Federico Villa | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2009 | Pagine | 272 |
Dimensioni | 24x33 (cm) | Illustrazioni | 230 ill. a colori n.t. - colorus ills |
Legatura | cart. edit. sovracc. ill. - hardcover with dust jacket | Conservazione | Usato ottime condizioni |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 2200 (gr) |
ISBN | 8836612547 | EAN-13 | 9788836612543 |
esaurito presso l'editore
(Monografie d'Arte). Monografie d'Arte Silvana
Una nuovo volume per le monografie di Silvana Editoriale dedicato a Giovanni Bellini, uno degli artisti più grandi dell’arte italiana, ma, nello stesso tempo, uno dei meno chiari.
Avvolte nell’incertezza sono ancora oggi la data di nascita – per la quale si propone un arco di anni non indifferente, ovvero tra il 1423 e il 1438 –, la cronologia delle opere e lo stesso catalogo, che dalle centoventi opere unanimemente riconosciute arriva a contarne anche trecento, fra ipotesi e attribuzioni ancora dibattute. Giovanni Villa racconta in queste pagine riccamente illustrate l’opera di Giovanni Bellini, cercando di risolvere il grande interrogativo che nei secoli ha accompagnato il giudizio sul maestro: se sia stato cioè un artista che ha assimilato e rielaborato le novità che andavano sviluppandosi nella pittura a lui contemporanea, o se abbia invece compiuto lui stesso un percorso autonomo e creativo, dialogando alla pari con i grandi del tempo, e anzi proponendo con genialità ciò che altri hanno poi accolto e rilanciato.
L’esplorazione della figura di Bellini è dunque il risultato di più percorsi di lettura, che convergono nel riconoscere nell’artista, esaltato per i ritratti e conosciutissimo per le variazioni sull’immagine della Madonna con il Bambino – così intimamente donne e così impalpabilmente spirituali –, un mediatore di singolarissimo equilibrio, ideatore di un linguaggio che ha trovato la migliore espressione in quella sorta di pura astrazione scenica e di ininterrotto dialogo fra umano e divino che si realizza nella pala d’altare. Una pittura equilibrata, devota all’antico e rigorosamente addolcita, da cui hanno appreso tutti i grandi artisti del Cinquecento veneto: Giorgione, Sebastiano del Piombo, Tiziano, Lorenzo Lotto nonché una miriade di giovani arrivati dal territorio veneto, dal bresciano, dal bergamasco e dalle Romagne, insieme a friulani, istriani, dalmati e albanesi.
Volume nuovo, segni alla sovraccoperta e strappetti. (T-CA)
Potrebbero interessarti anche...