Officina ferrarese 1934-1955
Autore/i | Roberto Longhi | ||
Editore | Sansoni Editore | Luogo | Firenze |
Anno | 1956 | Pagine | X - 272 |
Dimensioni | 21x27 (cm) | Illustrazioni | 456 ill. in bianco e nero, XVI tavv. colori f.t, - colors and b/w ills |
Legatura | tela ed. sovracc. ill. colori - hardcover dustjacket | Conservazione | Usato buone condizioni- Used Good |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 2600 (gr) |
ISBN | 8838304653 | EAN-13 | 9788838304651 |
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(Opere complete di Roberto Longhi V).
"...la magia, l'illusionismo e mitologismo, la stregoneria evocativa, nelle pagine di Longhi, concludono sempre con la formulazione d'una realtà (l'essenza di una particolare opera d'arte, o di tutta una personalità artistica), così positiva e concreta che sembra essere fissata in termini scientifici. Ma Longhi è così forte critico e storico, proprio perché è anche così artista... Il Longhi non ama le postulazioni teoriche. E non dialettizza i mutamenti formali in qualche astratto schematismo; tanto più che la sua sconfinata e minuziosa erudizione gli consente di rintracciare e cogliere, nel documento vissuto, scritto, oltre che nel documento dipinto, l'attualità degli incontri e contatti delle singole personalità artistiche e delle scuole... A mio vedere, la sua forza più cruda e più specifica e rivelatrice, è dove egli si impegna insieme al lettore in una sorta di interna mimesi dell'opera d'arte; realizzando l'opera nell'organismo delle sensazioni liriche e dei segni che la costituiscono; vivendola, per dir così, nell''interno della partitura'. La sua frase accompagna la linea di un contorno e risponde alle sue varie tensioni, fermenta nella granulazione d'un impasto coloristico; non per un procedimento descrittivo e didascalico, ma come per un'immediata innervazione ed immedesimazione nelle forze e nei valori espressivi. La quale immedesimazione si produce, fra l'altro, attraverso un gusto così saturo di esperienza dell'arte moderna, che quando il Longhi parla d'un capolavoro di sei o sette secoli fa, è come se esso stesse appeso fraternamente e luminosamente accanto ad un capolavoro d'oggi. Si capisce che i primi che cominciarono ad intendere Longhi avessero la strabiliante impressione che le opere d'arte di cui egli parlava erano assolutamente nuove, e ch'essi le vedevano allora per la prima volta. Longhi aperse gli occhi a un'intiera generazione di studiosi e amatori d'arte. Vennero poi, come inevitabile, breviari espressamente composti per insegnare come si guarda una pittura. (Ma fecero l'effetto degli occhiali neri)". Emilio Cecchi.
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