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L'arte della matematica nella prospettiva

L'arte della matematica nella prospettiva
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CB Edizioni Poggio a Caiano
2009 446
17x24 (cm) ill. e grafici a colori e b/n n.t. - colors ills
bross. ill. a colori - paperback Nuovo - New
Italiano/Inglese - Italian/English text   1600 (gr)
8895686152 9788895686158
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Roma, Istituto Svizzero, 9 ottobre 2006.
Urbino, Palazzo Ducale, 10 - 11 ottobre 2006.

Atti del Convegno Internazionale di Studi

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale di Studi (Roma, Istituto Svizzero, 9 ottobre 2006; Urbino, Palazzo Ducale, 10 – 11 ottobre 2006) promosso dal Centro Internazionale di Studi Urbino e la prospettiva e finalizzato ad indagare sotto molteplici aspetti il rapporto tra le scienze matematiche e le arti, grazie al contributo di alcuni fra i più autorevoli esperti del settore. Il fulcro delle riflessioni emerse dal convegno sta nel riconoscimento del ruolo centrale rivestito nella storia della prospettiva dagli studi effettuati presso la corte rinascimentale dei Duchi di Urbino da personaggi quali Piero della Francesca, Bramante, Raffaello, Federigo Commandino e Guidobaldo del Monte. Dalla seconda metà del Quattrocento alla prima metà del Seicento, infatti, il ducato di Urbino fu sede di un vasto dibattito artistico, tecnico e scientifico, finalizzato a definire l’idea di prospettiva come sistema rigoroso di rappresentazione del reale fondato su basi matematiche, ed a chiarirne le possibili applicazioni in campo pittorico ed architettonico. Dopo gli studi empirici di Brunelleschi e Masaccio, nel 1435 Leon Battista Alberti (più volte ospite a Urbino del Duca Federico da Montefeltro) fornisce nel De Pictura una prima analisi sistematica dell’idea di prospettiva e del metodo prospettico – lineare. Il merito di aver portato lo studio della prospettiva alla codificazione scientifica, tuttavia, spetta a Piero della Francesca. Nel suo De Prospectiva Pingendi – del 1475 e dedicato al Duca Federico – sono infatti esposti per la prima volta in modo matematicamente rigoroso i fondamenti geometrici della scienza prospettica. L’effettivo distacco tra lo studio della prospettiva finalizzata alla pittura ed all’architettura e la sua formalizzazione puramente matematica va attribuito invece all’urbinate Federigo Commandino ed al suo geniale allievo Guidobaldo del Monte. Quest’ultimo pubblicò a Pesaro nel 1600 i Perspectivae libri sex, trattato pressoché esauriente dell’intera disciplina, che avrebbe aperto la strada a settori della matematica moderna quali la geometria descrittiva e quella proiettiva, oltre che ad un vasto insieme di applicazioni in meccanica, architettura, scenografia teatrale e computer graphics. Partendo da questi accenni, gli interventi analizzano con completezza la storia e le applicazioni della prospettiva nell’arte, nell’architettura e nella scienza dal Rinascimento al Seicento inoltrato, e riflettono sul ruolo della matematica nello studio e negli sviluppi più recenti della disciplina. (T-CA)

CBEPR[50]11072019

 
 

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