Il volume è dedicato alle ricerche sulla pittura dell'Italia centrale, lungo l'arco dei due secoli fondamentali per l'arte italiana, il Duecento e il Trecento, condotte da Roberto Longhi fra il 1939 e il 1970. Stimolato dalla grande Mostra Giottesca del '37 e pubblicato di lì a poco in "Proporzioni", il "Giudizio sul Duecento" costituì una revisione fondamentale di valori e l'occasione di una nuova sistemazione del materiale figurativo della seconda metà del Duecento. Questo nuovo e tanto mai stimolante assetto generale dato dalla materia, costituì la base per le successive ricerche che in gran parte dettero soluzioni ai più intricati e complessi problemi cronologici e attributivi posti dall'attività dei tre maggiori pittori toscani del tempo: Cimabue, Giotto, Duccio; aprì infine la strada al riconoscimento di una autonoma cultura pittorica in terra umbra, di cui in questo volume sono riprodotti i punti salienti dal primo Miniatore di Perugia al "Maestro Espressionista di Santa Chiara", dal "Maestro di Cesi", a quello di Fossa; fu occasione della riscoperta di valori dimenticati, da Taddeo Gaddi a Spinello Aretino, coagulo di sparse testimonianze in organiche personalità pittoriche la cui individuazione è stata ed è feconda di implicazioni storiche di grande momento da "Stefano fiorentino" a Memmo di Filippuccio, dal "Maestro di San Torpé" al "Maestro degli Ordini". Un volume che traccia la storia affascinante e indimenticabile di una grande stagione critica del miglior Longhi conoscitore, sotto il segno di un continuo supermercato degli indirizzi accademici e dei codificati formulari; nella convinzione che gli studi sono in continuo svolgimento e i quadri delle epoche artistiche sempre suscettibili di revisione. strappi alla sovraccoperta, scotch interno alla sovraccoperta, leggerissime fioriture, volume in ottimo stato.