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Il mio 10 per Firenze

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Autore/i	Manuel Rui Costa
Editore	AN.MA & San Marco Sport Events	Luogo	Lucca
Anno	1998	Pagine	176
Dimensioni	15x23 (cm)	Illustrazioni	ill. b/n n.t. - b/w ills.
Legatura	cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket	Conservazione	Usato come nuovo - used like new
Lingua	Italiano - Italian text	Peso	500 (gr)
ISBN	8887533008	EAN-13	9788887533002
Prezzo	18.08 €	Sconto	40%
Prezzo scontato	10.85 €

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Prefazione di Mario Sconcerti.

Testi a cura di Alberto Polverosi, Alessandro Rialti.

Mi sono spesso chiesto se si può essere felici quando si corre dietro a un pallone. No, non può bastare, però se a questo si aggiunge che la salute è buona, che accanto si hanno una donna splendida e un bambino meraviglioso, che i tuoi genitori ti sono sempre vicini e che le tue città si chiamano Lisbona e Firenze, allora è impossibile non essere felici.
Fra qualche mese avrò ventisette anni e porto un lungo nome: César Costa Rui Manuel, così è composto all'anagrafe di Lisbona.
Corro dietro a un pallone e sono un uomo felice.
Non avevo ancora dieci anni e mi è stato dato un cartellino nel quale si leggeva che il possessore era un giocatore del Benfica. Fino a quando non mi sono trasferito a Firenze ho indossato quella maglia rossa, ho frequentato i campi di calcio, ho incontrato ragazzi che sarebbero diventati giocatori importanti, nazionali ed altri che, invece, hanno lasciato il calcio per cercare strade diverse. Sono stato uno dei figli della squadra più amata del Portogallo. Poi sono volato via, con gioia, rabbia e lacrime, un volo di oltre due ore per atterrare a Firenze. L'Italia, ancora un pallone da rincorrere ed ancora felice. A cavallo di questi due periodi ho amato e sposato una ragazzina diventata poi donna e insieme abbiamo avuto un figlio. Un altro, con dolore, lo abbiamo perso prima che nascesse. Ho giocato e vissuto, anzi prima vissuto e poi giocato dietro a quel pallone. Ho ricordi e sogni ancora da raggiungere.
Qualche tempo fa, quando ho pensato di scrivere la storia della mia vita, mi sono detto che ero troppo giovane, che ancora non avevo nulla di importante da raccontare, che, forse, lo avrei potuto fare più avanti. Ma un giorno, ai primi di giugno, a Lisbona, in un ristorante, mentre si festeggiava il compleanno di mia nonna Ermelinda, guardando quella parte, importante, della mia famiglia, ho capito che era arrivato il tempo giusto. E' bello raccontare la felicità anche se si sa che la vita deve darti e toglierti ancora tanto. Ed ho iniziato a ricordare, cercando di tornare lontano, più lontano possibile. Ho immaginato la mia città tanti anni prima, più bella, meno caotica, quando, nelle sere tiepide, la gente si ritrovava per strada per trasmettere agli altri i sogni di ogni giorno.