(Grandi libri illustrati).

 

Prefazioni di Roberto Mussapi, Pierre Rosemberg, Carlo Falciani. 

Traduzione di Giovanna Faranda Villa. 

Note di Rossella Corti. 

 

2 Volumi. 

 

Agli albori del I secolo d.C. Ovidio compone a Roma le Metamorfosi, un vasto poema di 12.000 versi suddiviso in quindici libri, una meravigliosa fonte di leggende che ha sempre esercitato una grande influenza sulla letteratura e la pittura. Tutta la mitologia greca e romana è riunita in questo testo di straordinaria intensità e bellezza, dal caos della creazione del mondo fino al regno di Augusto, attraverso le vicende di dèi, eroi, ninfe e satiri dell'antichità. 

Gli innumerevoli amori di Giove, che prende le sembianze di un toro per rapire Europa, che colpisce Semele con un fulmine dando così vita a Bacco, che nasconde Io mutandola in una candida giovenca; Dafne trasformatasi in un lauro per sfuggire ad Apollo; Atteone, tramutato in cervo e sbranato dai suoi stessi cani per aver sorpreso Diana che fa il bagno; Narciso, disperatamente innamorato della propria immagine riflessa e reincarnatosi in un fiore; e ancora: Nettuno che cavalca i flutti, Fetonte che incendia l'universo, Perseo che libera Andromeda, Orfeo che piange Euridice… 

Ovidio narra 231 storie di amori, desideri e metamorfosi, in uno stile che stupisce per la sua modernità, che commuove per la sua umanità, che alterna orrore e ironia, fantasia ed esuberante sensualità. La struttura dell'opera, ampia, rigogliosa, sfarzosa, troverà eco nella pittura barocca del XVII secolo. Anche se nel XVI secolo Savonarola aveva messo al rogo molti quadri pagani, in realtà la battaglia intrapresa dalla Chiesa cattolica contro gli dèi dell'antichità greco-romana non fu mai portata avanti con rigore costante. Nel XVII secolo le divinità pagane non impensierivano ormai più gli ecclesiastici, essendo viste come figure appartenenti al meraviglioso mondo del mito. Incoraggiare la diffusione dei testi antichi rappresentava per la Chiesa un modo per rafforzare uno dei suoi elementi fondanti: la lingua latina. Così l'epoca barocca, profondamente cristiana, conobbe un'eccezionale fioritura della pittura d'ispirazione mitologica.

In quest'opera sono presenti centottanta pittori, fra cui un centinaio di artisti italiani, come Annibale Carracci, Caravaggio, Guido Reni, Francesco Furini, il Grechetto, Salvator Rosa, Bernardo Cavallino, Luca Giordano, Sebastiano Ricci; una trentina di artisti francesi, come Simon Vouet, Nicolas Poussin, Claude Lorrain, Eustache Le Sueur, Jean-François de Troy, François Lemoyne, Charles-Antoine Coypel; e una cinquantina di artisti nordici, come Bartholomaeus Spranger, Abraham Bloemaert, Joseph Heintz, Joachim Wtewael, Pieter Paul Rubens, Jacob Jordaens. La Spagna è rappresentata da Jusepe de Ribera e Francisco de Zurbarán. Una lunga ricerca iconografica è stata intrapresa in musei, biblioteche, istituti d'arte, ma anche negli studi di esperti e nelle collezioni private di tutto il mondo per poter realizzare questi volumi, che ci presentano trecentosettanta dipinti, molti dei quali inediti. Ogni immagine è illustrata da un passo tratto dalle Metamorfosi stesse, che ce ne offre una interpretazione immediata.