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"Chisto Riame èi de la Santa Eclesia, e io dico che èi de lo Santo Diabolo. Non vidite che tutte li signori so li dimonie, che non cercano se no guerre?" (Questo regno appartiene alla Santa Chiesa, ma io dico che appartiene al Diavolo. Non vedete che tutti i Signori sono come indemoniati che non cercano altro che guerre?).
Così riporta Benedetto Croce, in Storie e leggende napoletane, la voce di un cortigiano del '400, Loise, de Rosa, che servì sei re da Ladislao di Durazzo a Ferrante d'Aragona.
In questa costernata esclamazione è contenuto tutto il meccanismo che ha mosso per secoli la storia interna ed esterna del meridione e di un reame, quello di Napoli, in cui la santa "Eclesia" fa più la parte del diavolo che la parte che le compete per statuto eucaristico.
Poiché quasi sempre ad alimentare i sommovimenti del regno, le sue mutazioni dinastiche, è stata proprio la chiesa di Roma che, ritenendo "chisto riame" un suo feudo, ha preteso per secoli dalle varie dominazioni che si sono succedute, una sorta di pizzo dal nome ieratico: censo apostolico.

Indice

NOTE AL TESTO
Materiali per un romanzo storico
Del modo di scriver di storia ai tempi del Porzio
Il censo apostolico
La congiura dei baroni
BIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA
LA CONGIURA DEI BARONI DEL REGNO DI NAPOLI CONTRA IL RE FERDINANDO I
Argomenti del libro primo
Argomenti del libro secondo
Argomenti del libro terzo

Note alle condizioni del volume

Usato ottime condizioni, lievi segni di uso e del tempo, piega all'angolo basso della quarta di copertina. (T-CA)

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