La primavera perfetta Storia dei fiori a Firenze tra arte e scienza
Autore/i | Cristina Acidini Luchinat | ||
Editore | Banca CR Firenze | Luogo | Firenze |
Anno | 2010 | Pagine | 256 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian Text | Peso | 1700 (gr) |
ISBN | 908586562X | EAN-13 | 9788860873927 |
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Ed. speciale realizzata dall'editore Le Lettere per la Cassa di Risparmio di Firenze.
Fotografie di Antonio Quattrone
La qualità floreale della città percorre la sua storia dal Medioevo ai nostri giorni, manifestandosi in ogni campo della vita civile e religiosa. Nell’araldica civica campeggia il giglio, rosso in campo bianco: da esso prese nome il fiorino, la moneta più forte dell’Europa medievale. E per portarci al Novecento, il giglio variamente stilizzato è il simbolo della squadra di calcio.
L’arte fiorentina è ricca di percorsi floreali, da Giotto in avanti, con poetiche invenzioni in Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Della Robbia, Verrocchio: sciarpe e festoni di rose, trionfi di verzura, mazzolini e singoli fiori recisi, fino al tripudio floreale della Primavera del Botticelli. La vocazione floreale di Firenze è così profondamente impressa nella storia della città, che non occorre sottolinearla ulteriormente. Recuperata in tempi di tardo Romanticismo, essa si espresse e si esprime nelle fiorite, nella Festa delle Arti e dei Fiori istituita nel 1895, nel Giardino delle Rose ai Bastioni, nell’attività di appassionati pubblici e privati come il Garden Club o la Società Italiana dell’Iris (1959) che gestisce il giardino dell’Iris al Piazzale Michelangelo. E oggi? Giardini pubblici e privati, vivai , mercati, chioschi, fiorai, artisti degli addobbi rinnovano l’ornato floreale della città, da cui gli artisti d’oggi traggono ispirazione inesauribile.
L’arte fiorentina è ricca di percorsi floreali, da Giotto in avanti, con poetiche invenzioni in Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Della Robbia, Verrocchio: sciarpe e festoni di rose, trionfi di verzura, mazzolini e singoli fiori recisi, fino al tripudio floreale della Primavera del Botticelli. La vocazione floreale di Firenze è così profondamente impressa nella storia della città, che non occorre sottolinearla ulteriormente. Recuperata in tempi di tardo Romanticismo, essa si espresse e si esprime nelle fiorite, nella Festa delle Arti e dei Fiori istituita nel 1895, nel Giardino delle Rose ai Bastioni, nell’attività di appassionati pubblici e privati come il Garden Club o la Società Italiana dell’Iris (1959) che gestisce il giardino dell’Iris al Piazzale Michelangelo. E oggi? Giardini pubblici e privati, vivai , mercati, chioschi, fiorai, artisti degli addobbi rinnovano l’ornato floreale della città, da cui gli artisti d’oggi traggono ispirazione inesauribile.
Il riferimento al tema del "fiore", che si dice essere all'origine del nome Firenze ed esprimerne lo splendore, è una costante che pervade un po’ tutti i campi dell'attività cittadina e, dalle occupazioni più ludiche e ricreative a quelle più impegnate - passando attraverso il culto, l'Arte e la scienza - ne impronta in una qualche misura ogni manifestazione della vita civile e religiosa. L'opera realizzata da Cristina Acidini, anche con il contributo dei suoi valenti collaboratori, offre al lettore una costante splendida sintesi fra il testo e la sua iconografia e l'inedita opportunità di compiere un viaggio interdisciplinare attraverso Firenze e la sua storia lasciandosi guidare dal motivo floreale. (T-CA)
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