Carlo dell'Amico 1985-1990 No pure forms, no pure elements
Autore/i | Lorenzo Fiorucci, Ilaria Despina Bozzi | ||
Editore | Silvana Editoriale | Luogo | Milano |
Anno | 2018 | Pagine | 176 |
Dimensioni | 17x24 (cm) | Illustrazioni | 40 ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | cart. edit. ill. colori - Hardcover | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano/Inglese - Italian/English text | Peso | 1100 (gr) |
ISBN | 8836640273 | EAN-13 | 9788836640270 |
Prezzo | 28.00 € | Sconto | 15% |
Prezzo scontato | 23.80 € |
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Il lavoro di Carlo Dell’Amico (Perugia 1954) non si collega a un ambito che contempla il concetto di storia intesa come evoluzione, ma semmai come riappropriazione di livelli ciclici di conoscenza. Egli trova interesse nell’eterna immutabilità del tutto indagando proprio alcuni di quegli anelli intermedi che saldano la storia alla trascendenza e che periodicamente si manifestano con maggiore evidenza. Dell’Amico seleziona frammenti del passato facendoli rivivere in contesti attuali, sapienze che riemergono con nuovo vigore e sotto luci diverse, rompendo dunque la narrazione lineare evolutiva per approdare a un concetto circolare e quindi eterno e immutabile della storia. L’artista incarna la ragione scientifica e la conoscenza magica esoterica, diviene il narratore di verità invisibili alla ragione, scrutatore di icone e simboli archetipici, ma prima ancora, e soprattutto a partire dagli anni ottanta, è un cercatore di ritualità silenziose e spesso nascoste dal ventre materno della terra.
The work of Carlo Dell’Amico (Perugia 1954) does not link to an environment contemplating the concept of history seen as evolution, but rather as repossession of cyclic levels of historic knowledge. He finds interesting the everlasting immutability of everything, investigating some of those intermediate rings welding history to transcendence and periodically showing with more evidence. Dell’Amico selects fragments of the past reviving them in actual contests, ancient knowledge re-emerge with new strength and under different lights, breaking thus the evolutionary linear narration to land to a circular concept and therefore timeless and unchanging concept history. The artist embodies scientific reason and esoteric magic knowledge, becomes the storyteller of truths unseen to reason, teller of icons and archetypal symbols, but before that, and mainly starting from the Eighties, is an archaeologist of silent rituality, often lost in the earth womb. (T-CA)
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