La birra in Alto Adige Cronaca dell'arte birraria fino ai birrifici artigianali dei giorni nostri
Autore/i | Roman Drescher | ||
Editore | Raetia | Luogo | Bolzano |
Anno | 2013 | Pagine | 160 |
Dimensioni | 17x24 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 600 (gr) |
ISBN | 8872834554 | EAN-13 | 9788872834558 |
Prezzo | 15.00 € | Sconto | 15% |
Prezzo scontato | 12.75 € |
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L'Alto Adige è conosciuto in tutto il mondo come terra di vini, ma cosa dire della birra? nel 1880 si potevano contare 27 birrifici. La prima testimonianza risale all'anno 993 quando un contadino della Val Pusteria dovette pagare come decima, oltre a 10 situle vini, anche 20 "situlae cervesiae". La storia narra anche di una certa tensione tra i birrai e i signori del vino, tradizionalmente più potenti, tanto che nel 1667 l'imperatore Leopoldo fece demolire i birrifici "in eccesso".
Nel XIX secolo l'epidemia di fillossera che colpì i vitigni favorì l'età dell'oro della birra; nacque così a Bolzano il ballo dei bottai in concomitanza con il grande fabbisogno di botti delle birrerie. Fino alla prima guerra mondiale i birrifici e le locande annesse presero parte allo sviluppo del turismo in Alto Adige. La divisione del Tirolo avvenuta nel 1919 tuttavia privò i produttori a sud del Brennero delle materie prime provenienti dall'Austria e li sottomise alla sfavorevole tassazione fascista. Solo il birrificio Forst sopravvisse e crebbe fino a diventare uno dei più grandi produttori di birra in Italia.
Da qualche anno alcune personalità si sono riunite per portare avanti la tradizione quasi dimenticata del fare birra. Alcune brevi schede illustreranno le loro attività, con il corredo di gustose ricette culinarie a base di birra.
Note alle condizioni del volume
Nessuna. (T-CA)
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