G. Brandimarte La via Crucis Tradizioni e culto lungo la via di Barbara Bramanti
Autore/i | a cura di Antonella Maremmi, Michele Maremmi | ||
Editore | Firenzelibri | Luogo | Firenze |
Anno | 1995 | Pagine | 144 |
Dimensioni | 24x24 (cm) | Illustrazioni | tavv. colori n.t. - colors and b/w plates |
Legatura | tela. edit. con sovracc. ill. colori - Hardcover with dustjacket | Conservazione | Usato accettabile - Used acceptable |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 800 (gr) |
ISBN | 8872560489 | EAN-13 | 9788872560488 |
Prezzo | 18.08 € | Sconto | 70% |
Prezzo scontato | 5.42 € |
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(Collezione Etruria).
Nella religione cristiana cattolica la pratica devozionale della Via Crucis consiste nel percorrere in processione un itinerario ricalcato sulla salita di Cristo al Golgota, e nel sostare in meditazione e preghiera davanti a rappresentazioni iconografiche che rievochino gli episodi più importanti della Passione. La normativa attuale prevede la lettura, stazione per stazione, di passi scritturali e riflessioni spirituali o morali che abbiano ricevuto l'imprimatur. E la devozione riconosciuta e incoraggiata dalla Chiesa per la celebrazione del Venerdi Santo, giorno in cui lo stesso pontefice percorre la Via Crucis nel Colosseo a Roma, ma ogni fedele può compiere questo pio esercizio paraliturgico tutto l'anno e anche senza sussidi testuali. Ciò rende indispensabile la facile individuazione del percorso (che può essere situato internamente a una chiesa o all'aperto) e importante la presenza di un apparato iconografico, evocativo nel segno della tradizione, e che funga da macchina della memoria. Per questo e per altri motivi nel corso dei secoli tale apparato è stato spesso valorizzato affidandolo all'estro di pittori, scultori e incisori che hanno lasciato pregevoli testimonianze come nel caso delle due straordinarie Viae Crucis di G. Brandimarte presentate in questo libro, e gli originali delle quali possono essere ammirati nella Chiesa dell'Incontro sulle colline di Firenze e nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Poggibonsi, in provincia di Siena.
G. Brandimarte (pseudonimo di Brandimarte Guscelli), scomparso a sessantaquattro anni nel dicembre del 1994, era nato a Baigno, sull'Appennino Toscoemiliano in provincia di Bologna. Viveva da molti anni a Firenze e, oltre che per i suoi libri, è conosciuto anche al l'estero come uno dei più prestigiosi e originali argentieri italiani. Per le sue opere (tra le quali ricordiamo Giose della Guscella, 1965; Qui Gerusalemme, 1968; La cosa, 1969; La volpe, 1982; Avremo un inverno freddo, 1988) la critica ha detto: "Scrittore nato da un'esperienza autentica, da una morsura viva e amara della vita, non riesce a incontrare le formule e nemmeno le ideologie. La sua ragione e la sua forza stanno anche qui, in questo nascere da un'esistenza più ostinata e libera, dal fermentare di una materia vissuta che, nel suo stesso turgore, attinge lintensità dell'invenzione, ne fa qualcosa di vitale e autentico"; «Ultimo degli olvidados scorrazza per il mondo stupendamente vivo, corrosivo e solo, trepido eroe di un'epoca di ideologie frustrate"; "Uno dei pochi personaggi veri del nostro tempo, e il suo mondo una delle situazioni più autenticamente narrative di questi anni"; "Gli sviluppi stilistici, la forza e l'immediatezza del suo 'narrare sono propri di un grande scrittore".
Note alle condizioni del volume
Usato condizioni accettabili, abrasioni e strappi alla sovraccoperta, tracce di umido alla parte bassa delle pagine del volume, pagine comunque tutte separate l'una dall'altra, volume perfettamente fruibile. (T-CA)
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