Rinascimento in Valdarno Una mostra per cinque maestri Giotto Masaccio Beato Angelico Andrea della Robbia Domenico Ghirlandaio
Autore/i | a cura di Caterina Caneva | ||
Editore | Polistampa | Luogo | Firenze |
Anno | 2007 | Pagine | 232 |
Dimensioni | 24x26 (cm) | Illustrazioni | ill. a colori n.t. - color ills |
Legatura | bross. ill. colori - paperback illustrated | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano/Inglese - Italian/English text | Peso | 1200 (gr) |
ISBN | 8859602203 | EAN-13 | 9788859602200 |
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Il catalogo si inscrive in un ampio progetto volto alla valorizzazione e alla riscoperta dei ‘piccoli grandi musei’ diffusi sul territorio Toscano. Dopo il Chianti e la Valdelsa l’area prescelta è quella del Valdarno, fiorentino e aretino, di cui vengono approfonditi i musei di Vallombrosa, Cascia di Reggello, Figline, San Giovanni e Montevarchi.
L’area è caratterizzata da un importante sistema viario, ben compreso e sfruttato fin dagli etruschi e dai romani, prima che dai fiorentini. Questa caratteristica così favorevole ai commerci e ai pellegrinaggi, unitamente alle attività stanziali pure avanzate, ha determinato lo sviluppo e la prosperità della zona, anche dal punto di vista culturale. In Valdarno la crescita del patrimonio artistico in senso lato era iniziata con gli edifici ecclesiastici (chiese, monasteri, abbazie, oratori) e di conseguenza anche i manufatti di maggiore valenza artistica provenivano dall’ambito religioso (pale d’altare, sculture, oreficerie, paramenti). Gli autori di questi tesori sono grandi maestri: troviamo il Ghirlandaio al Museo di Vallombrosa, Masaccio a Cascia, Giotto a Figline, il Beato Angelico a San Giovanni Valdarno, Luca e Andrea della Robbia a Montevarchi. Opere di tale levatura smentiscono quel radicato pregiudizio secondo cui il patrimonio artistico presente ‘in periferia’ sarebbe di livello inferiore a quello esistente nel ‘centro’. (T-CA)
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