Rosai Capolavori fra le due guerre (1918-1939)
Autore/i | Giovanni Faccenda | ||
Editore | Edifir | Luogo | Firenze |
Anno | 2020 | Pagine | 144 |
Dimensioni | 25x29 (cm) | Illustrazioni | ill. colori n.t. - colors ills |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1200 (gr) |
ISBN | 8892800000 | EAN-13 | 9788892800007 |
Prezzo | 30.00 € | Sconto | 5% |
Prezzo scontato | 28.50 € |
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(Arte, Arte moderna e contemporanea).
Montevarchi, Palazzo del Podestà, 25 ottobre 2020 - 31 gennaio 2021.
Il volume è il catalogo dell’omonima mostra dedicata al celebre artista fiorentino attivo nella prima metà del Novecento a ricordo del centenario della sua prima personale fiorentina, tenuta nel 1920. Quella mostra lo pose all’attenzione del mondo dell’arte. L’esposizione di Montevarchi, che riunirà cinquanta opere di Rosai, tra disegni e olii, compresi tra il 1919 e il 1932, sarà curata da Giovanni Faccenda, massimo esperto di Rosai e curatore del catalogo generale delle sue opere.
Il pubblico potrà ammirare tele molto note, ma anche opere inedite, emerse dalle ricerche che il professor Faccenda ha condotto nelle collezioni private e nelle case di coloro che ebbero rapporti con Rosai o con i suoi galleristi ed eredi. Lo stesso curatore ha anticipato: “Una delle maggiori peculiarità di questa esposizione pubblica deriva dalla riscoperta di una decina di capolavori assoluti di Rosai degli anni Venti e Trenta, tutti provenienti da una raccolta privata romana, presenti alla mostra di Palazzo Ferroni, a Firenze, nel 1932, e documentati nel primo volume del Catalogo Generale Ragionato delle Opere di Ottone Rosai, da me curato. Accanto ad essi, le eccellenze più note di un periodo, quello fra le due guerre (1918-1939), che rappresenta l’aristocrazia della pittura e del disegno di Rosai. Vi si aggiunga la volontà di superare una lettura esegetica ormai antiquata e limitata dell’opera di questo Maestro fra i maggiori del Novecento, sovente priva dei necessari riferimenti culturali che vi si debbono cogliere (Dostoevskij, Campana e Palazzeschi, fra gli altri) e di una riflessione filosofica che tenga conto delle affinità con il pensiero di Schopenhauer e il pessimismo cosmico di Leopardi”. (T-CA)
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