Il cane di terracotta
Autore/i | Andrea Camilleri | ||
Editore | Sellerio Editore | Luogo | Palermo |
Anno | 1999 | Pagine | 288 |
Dimensioni | 12x17 (cm) | Illustrazioni | non illustrato - not illustrated |
Legatura | bross. ill. a colori con alette - paperback | Conservazione | Usato ottime condizioni - used very good |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 500 (gr) |
ISBN | 8838912262 | EAN-13 | 9788838912269 |
Prezzo | 10.00 € | Sconto | 15% |
Prezzo scontato | 8.50 € |
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(La memoria 355). La Memoria Sellerio
In coda ad un delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta.
Il solito delitto di mafia, misterioso e intricato, a Vigàta, cittadina fantastica e metaforica in terra di Sicilia, dove Camilleri ambienta il suo secondo romanzo giallo, con protagonista il commissario Montalbano. Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale: è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove. Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant’anni prima. E Montalbano indaga, con l’aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti: «un’indagine in pantofole, in case d’altri tempi, davanti a una tazza di caffè». La Sicilia è terra che da sempre si presta al genere giallo e poliziesco, cui fornisce il suo teatro di contrasti e di arcaismi. Camilleri, però, del giallo siciliano è, in senso proprio, un innovatore. Una grazia particolare di raccontatore, una lingua che si modula senza sforzo e fastidi sul dialetto, una potenza di comicità, ma soprattutto vi aggiunge l’intuizione completa dei nuovi scenari, quel miscuglio di culture millenarie con ciò che i sociologi denominano «modernizzazione senza sviluppo». (T-CA)
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