Il libro di Kalila e Dimna
Autore/i | Ibn Al-Muqaffà | ||
Editore | Salerno Editrice | Luogo | Salerno |
Anno | 1991 | Pagine | 268 |
Dimensioni | 14X21 (cm) | Illustrazioni | 4 pagg. di tavv. |
Legatura | bross. ill. a colori | Conservazione | |
Lingua | Peso | 700 (gr) | |
ISBN | 8884020786 | EAN-13 | 9788884020789 |
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(Omikron).
A Cura di: Andrea Borruso, Mirella Cassarino
A Cura di: Andrea Borruso, Mirella Cassarino
«C’è chi sostiene che questo libro abbia girato il mondo ancor più della Bibbia» scrive Doris Lessing nell’introduzione alla presente edizione di Kalila e Dimna, una delle grandi opere della letteratura mondiale.
Apparse per la prima volta in una raccolta in sanscrito diciassette secoli fa, queste fiabe costituiscono la fonte nascosta o palese di autentici capolavori della letteratura occidentale.
Senza di esse non avremmo probabilmente avuto Esopo e La Fontaine, Le mille e una notte e I racconti di Canterbury, oltre a una sterminata serie di racconti popolari trasmessi oralmente lungo il corso dei secoli tanto in Occidente quanto in Oriente.
Nate, in un’epoca cui è impossibile risalire, anch’esse da una tradizione popolare orale – si suppone che, ad un certo punto, dei pescatori e cacciatori indiani abbiano cominciato a trasmettersi delle storie con degli animali come protagonisti -, intorno al III secolo d.C. le fiabe furono raccolte e divise in cinque capitoli: Pañcatantra, in sanscrito. La leggenda vuole che l’autore sia stato un grande saggio indiano: Vishnu Sharma.
Da allora in poi il Pañcatantra tocca tutti i paesi del mondo e viene tradotto in più di cinquanta lingue.
Dei monaci buddhisti lo portano in Cina e in Tibet. Intono all’VIII secolo cominciano a circolare versioni dell’opera in persiano, arabo ed ebraico. Nel Medio Evo larga parte delle sue storie sono tradotte in latino, turco, russo, e il titolo muta, da Pañcatantra in Kalila e Dimna, i due sciacalli consiglieri del re leone. In età moderna appaiono versioni in francese, tedesco, svedese. E nel giro di qualche decennio, ben venti traduzioni in inglese.
Singolare anche la fortuna italiana del libro. Nel 1548 appare postuma la Prima veste del discorso degli animali di Firenzuola, una parziale traduzione dalla versione latina duecentesca di Giovanni da Capua e del suo rifacimento in castigliano, versione condotta a sua volta su una traduzione ebraica dell’XI secolo. Nel 1552 apparve la traduzione integrale di Doni.
Vi sono poi le traduzioni in italiano dalla versione araba di Ibn Al-Muqaffà, traduzione di una traduzione persiana del VI secolo.
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