Napule ’70 Chille de la balanza
Autore/i | Matteo Brighenti, Claudio Ascoli | ||
Editore | Pacini Editore | Luogo | Pisa |
Anno | 2020 | Pagine | 144 |
Dimensioni | 16x23 (cm) | Illustrazioni | 72 ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Legatura | bross. ill. a colori - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 500 (gr) |
ISBN | 886995790X | EAN-13 | 9788869957901 |
Prezzo | 16.00 € | Sconto | 5% |
Prezzo scontato | 15.20 € |
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(Storia).
Prefazione di Massimo Marino.
Conclusioni di Franco Corleone.
«È davvero un libro necessario.
Il prezioso approfondimento critico di Matteo Brighenti sullo spettacolo “Napule ’70”, incorniciato con competenza e passione dall’introduzione di Massimo Marino e dalle conclusioni di Franco Corleone, si è arricchito strada facendo grazie ai tanti compagni di viaggio e agli artisti che nel capitolo Essere un Chille felicemente testimoniano la loro partecipazione alla comunità dei Chille de la balanza dagli anni Settanta a oggi.
Le parole, le foto, le immagini in queste pagine avvalorano il desiderio di incontro che ha accompagnato e accompagna il nostro teatro e la nostra vita. Questo volume segue, nella stessa collana, Pazzi di libertà. Il teatro dei Chille a 40 anni dalla legge Basaglia sul nostro progetto nell’ex manicomio di San Salvi a Firenze.»
«Questo libro – con il suo gemello Pazzi di libertà, sempre dedicato al teatro di Claudio Ascoli, Sissi Abbondanza e dei Chille de la balanza – è la storia di un viaggio, raccontata a più voci da vari testimoni e quindi da prospettive differenti. Leggendo i vari interventi sembra a momenti difficile sintetizzare la storia: i dettagli, le sensazioni, gli investimenti momentanei poi contraddetti dai fatti successivi o trasformatisi in linee fertili di lavoro paiono deviare continuamente l’attenzione, allontanare da uno sviluppo lineare.
Eppure, la storia dei Chille de la balanza, da Napoli nei primi anni Settanta a Firenze e agli ambienti dell’ex manicomio di San Salvi, narra per frammenti un’epopea del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, e più in generale l’epopea di un certo tipo di teatro italiano. Esemplifica una scena che rifiuta di mettersi su un palcoscenico a re-citare un testo, e che configura la sua azione come viaggio, come uno di quei cammini che si facevano un tempo, quando non esisteva Internet, quando non si avevano tutte le tappe già prenotate alla partenza. È la storia di un mettersi per strada con uno zaino, possibilmente leggero, e con molte curiosità e tanti desideri, per lasciarsi anche un po’ prendere dalla strada, accettarne le sorprese, seguire le deviazioni interessanti, scoprire luoghi, cose, incontri inaspettati, soprattutto per scoprirsi.
Così è il cammino che inizia nel 1973 nella sala del Teatro, a Port’Alba nel pieno centro di Napoli, tra le bancarelle di libri, uno spazio che viene raccontato piccolo, tanto che le azioni teatrali devono uscire a dilagare in strada, negli anni in cui il Living Theatre, il Bread and Puppet Theater e altre compagnie avevano fatto innamorare del rapporto con quello che poteva avvenire all’aperto, e molti gruppi italiani si erano mossi nella direzione del teatro di strada come scambio, come ricerca politica, come militanza con altre armi, sentendo consunte quelle dei gruppi politici tradizionali e pure di quelli nati dopo il ’68, spesso frammentatisi, esauritisi nel frazionismo. Sarà quel grande movimento che porterà nel 1977 alla riunione dei gruppi di base a Casciana Terme, che influenzerà i nuovi modi di corteo e di azione politica del ’77 bolognese, con draghi e mangiafuoco davanti a striscioni, con azioni di controinformazione teatralizzate…
Massimo Marino (Prefazione)
(T-CA)
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