Van Dyck Riflessi italiani
Autore/i | a cura di Maria Grazia Bernardini | ||
Editore | Skira | Luogo | Milano |
Anno | 2004 | Pagine | 180 |
Dimensioni | 24x29 (cm) | Illustrazioni | 103 ill. a colori e 68 b/n - colors and b/w ills |
Legatura | bross.ill colori con alette - paperback illustrated | Conservazione | Nuovo - New |
Lingua | Italiano - Italian text | Peso | 1600 (gr) |
ISBN | 8884918952 | EAN-13 | 9788884918956 |
Prezzo | 45.00 € | Sconto | 60% |
Prezzo scontato | 18.00 € |
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Trentaquattro capolavori assoluti di Anton van Dyck – riuniti in occasione della grande esposizione allestita nella Sala delle Cariatidi al Palazzo Reale di Milano – documentano l’influenza dell’arte italiana nella pittura dell’artista fiammingo, sottolineandone la ricerca e le meditazioni sulla nostra arte, che poi progressivamente abbandonerà, una volta tornato ad Anversa ed in Inghilterra, ma che rappresenta una fase importantissima della sua attività artistica, durante la quale esegue alcuni tra i massimi capolavori dell’arte in assoluto. La grande mostra prende spunto da uno dei grandi capolavori dell’arte di Van Dyck, Il compianto di Cristo (databile intorno al 1630) che rivela un indubbio influsso dell’arte italiana, che l’artista amava in modo particolare, da Tiziano a Correggio, da Paolo Veronese agli emiliani.
Il catalogo comprende una serie di saggi che riflettono la struttura della mostra, suddivisa in due sezioni principali: la prima è incentrata sul tema del compianto di Cristo (di cui sono in mostra le tre versioni di Madrid, Roma e Anversa), la seconda sulle opere che testimoniano i rapporti tra Van Dyck e l’Italia, ritratti di committenti, dipinti eseguiti durante il periodo italiano e dipinti di evidente influsso italiano. Il volume riunisce i contributi critici di Maria Grazia Bernardini, Luciano Arcangeli, Piero Boccardo, Vincenzo Abbate, Carlenrica Spantigati, Katlijne van Stighelen, Claudio Strinati; seguono il catalogo delle opere, la vita di Van Dyck (di Giovan Pietro Bellori), le fonti e bibliografia (a cura di Roberta Rinaldi). Anton van Dyck fu uno dei massimi protagonisti dell’arte fiamminga del primo Seicento. Pittore amato e ricercato dalle grandi famiglie notabili di tutta Europa – in particolare dalle corti francesi e inglesi per la sua altissima abilità quale ritrattista – Van Dyck si staglia nel panorama artistico del suo tempo per la raffinatezza della sua pittura, la grazia, la sobrietà, la delicatezza di pennellate. Discepolo preferito di Rubens, il cui influsso sarà una costante in tutta la sua arte, Van Dyck si differenzia dal maestro proprio in queste qualità di estrema eleganza.
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